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29/03/2013 

Il “politichese” è un linguaggio che non si addice al variegato mondo venatorio, che predilige concetti diretti, semplici e facilmente comprensibili…lasciamo agli Onorevoli (?) Parlamentari l’onere di “affrontare qualunque argomento e in qualunque contesto pubblico senza in realtà dire alcunché”, ricercando “convergenze parallele” prima di stilare programmi da condividere con forza e determinazione “unitaria”.

Ho seguito con interesse, da cacciatore, il primo appello per l’unificazione delle Associazioni Venatorie del 2012, aspettando con impazienza un programma per punti e obiettivi da “incarnierare” a favore del mondo venatorio, un programma che puntasse dritto al recupero anche parziale di ciò che i cacciatori si sono visti progressivamente sottrarre e ricollocasse l’ISPRA nel suo effettivo ruolo di organismo tecnico, senza invasioni di campo nei confronti delle autonomie legislative regionali.

Mi ritrovo invece nel 2013 a leggere ancora inviti in “politichese”, conditi da velati rimproveri nei confronti di quelle Associazioni Venatorie soffocate “dall’arretratezza delle idee e dei propositi” che sono ancora fuori dal gioco e che “si sono isolate nel loro autoreferenzialismo, prive del necessario sentire verso l’attuale, particolare momento storico ma, soprattutto, finora miopi sul futuro da garantire alla caccia”.

Sento parlare di “caccia sostenibile e cittadini che ne capiscano il senso, cittadini-cacciatori che capiscano il valore della ruralità in una biodiversità condivisa con l’agricoltore, che sappiano essere responsabili e attenti ai valori delle tradizioni e delle costumanze locali”, concetti condivisibili che mi danno però la sensazione che questi siano il solo e unico spirito guida dell’appello all’unità, ma nessuna parola sui tempi certi e inattaccabili di caccia, sulle specie da reinserire nell’elenco di quelle cacciabili, sui criteri certi e definitivi per l’applicazione del prelievo in regime di deroga, sui necessari interventi di contenimento delle specie opportuniste tanto per stilare una parziale “bozza di programma” comprensibile e appetibile, che convinca le Associazioni “isolate e arretrate” a bussare alla porta delle Associazioni progressiste e riformiste.

Rimango ancora in attesa, da cacciatore, di un programma unitario di intenti, scritto in termini “rurali e elementari” da contrapporre alle decine di proposte di legge anticaccia già depositate in un Parlamento che non c’è, un programma che non ceda a mediazioni al ribasso per la categoria e che ci tranquillizzi, senza pormi il problema di come sarà strutturato il Vertice Nazionale del nuovo soggetto associativo, di chi saranno i titolari delle poltrone di comando e di quali saranno le ricadute verticistiche e dirigenziali a livello regionale.

Qualcuno potrebbe rispondermi che il programma sarà un passaggio successivo alla nascita del nuovo soggetto associativo unitario e mi chiedo, in tal caso, come ci si possa riconoscere in una struttura ex novo senza un programma di sostanza e non di facciata che faccia da collante.

Rimango in attesa di sapere, da cacciatore, se il nuovo soggetto associativo si doterà di un’unica polizza assicurativa con le sole coperture obbligatorie previste per legge e con gli stessi massimali, per porre così fine al mercato delle coperture accessorie e affinché ci si possa riconoscere in una Sigla per puro spirito di appartenenza e non per le differenti valutazioni di risarcimento, per fare un esempio, in caso di morte del o dei cani.

Per facilitare poi la scelta se aderire al nascente soggetto associativo o rimanere “fedeli” alle Associazioni “arretrate e isolate” tanti cacciatori come il sottoscritto si chiedono se il mandato esplorativo riuscirà entro la primavera (del 2013?) a superare una pregiudiziale di non poco conto, a conoscenza degli addetti ai lavori interni al progetto e di pochi “esterni”, letta comunque fra le righe di alcuni comunicati sul tema tendenti a escludere categoricamente ipotesi di fusione, con azzeramento di sigle e perdita conseguente di identità associativa.

Un’affermazione di questo genere fa supporre, a mio avviso, al tentativo di creare una Confederazione di Associazioni (la pregiudiziale citata), con conseguente mantenimento di sigle e identità e che ricalcherebbe nella forma (e forse nella sostanza) le orme di una precedente e fallita Unione (UNAVI) e di una Federazione che sta per scoppiare (FACE), dotata di nuova sigla e logo attualmente allo studio.

Perché non creare allora (definizione tratta da Wikipedia) un “Gruppo di pressione, una forma politicamente attiva di un Gruppo di interesse (venatorio e delle attività commerciali collegate nel nostro caso), una struttura dotata di una organizzazione formale, identificabile e riconoscibile, basata sulla divisione funzionale dei compiti che agisce in vista dell’affermazione dell’interesse particolare (la caccia nel nostro caso)”, una vera e propria LOBBY strutturata dalle Associazioni Venatorie TUTTE, in grado”di influenzare a favore dell’interesse rappresentato le Istituzioni legislative, politiche e amministrative e a legiferare in merito ad esso”.

“Un processo (sempre citato da Wikipedia) “che si verifica presso la Commissione che ha sede a Bruxelles e, in misura minore, presso il Parlamento che ha sede a Strasburgo, mentre negli Stati Uniti d’America la pressione viene esercitata sul Congresso di Washington”.

Ma siamo in Italia e l’unica componente che ha capito come si influenzano le scelte della politica, creando un Gruppo di pressione del tutto simile a una LOBBY pur mantenendo sigle e identità propria sono gli ambientalisti, trasversali ai Partiti, ma con un obiettivo unico.

                                        
Stefano Tacconi
 

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14 commenti finora...

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Beh forse è lei che non è bene informato...le cause citate sono problemi reali che distruggono gli ecosistemi ma purtroppo deve sapere che la caccia è anch'esso un grosso problema per chi deve fare conservazione della natura. La caccia opera una selezione sugli animali molto differente da quella operata dalla selezione naturale come dimostrano numerose ricerche e ha più volte minacciato non solo le specie cacciate ma molto di più le specie competitrici con l'uomo come per esempio il lupo...rinnovo il mio invito a documentarsi.

da Biologo  01/05/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Caro "Biologo" se lei si fosse documentato - e in quanto biologo avrebbe dovuto farlo - avrebbe scoperto che la caccia non ha mai e ripeto mai messo in pericolo alcun eco - sistema, cosa che avviene per tutt'altre cause ( inquinamenti, disboscamenti, interventi dissennati sul territorio, pesticidi, scarichi industriali.....ne vuole altri?) Noi siamo informati, ma lei vedo NO!

da sandro  29/04/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Non paghiamo le atc entro fine maggio come lle istituzioni ci chiedono ci vendono solo sogni la
Caccia e passione non poltrone

da enrico  27/04/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Sinceramente non sono per niente d'accordo con le affermazioni fatte riguardo l’ISPRA . Questo è un ente competente e se vengono poste limitazioni alla caccia sicuramente ci sono motivi validi. Cacciare una specie e ridurne la popolazione è molto pericoloso perché potrebbe causare dei grossi problemi all’ecosistema di cui fa parte e mantenere quell’ecosistema è importante perché ci fornisce dei servizi che forse non sono di immediata comprensione, ma se qualcuno di voi fosse interessato, o si volesse fare delle domande e sapere di preciso cosa comporta danneggiare un ecosistema potete trovare queste informazioni facilmente in internet: scrivete “servizi ecosistemici”. In fondo visto che siete cacciatori avete il diritto e il dovere di informarvi su ciò che fate.

da Biologo  14/04/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

meglio dire sempre di no a tutto,per poter dire poi.......l'avevamo detto !!!! Lei dice politichese ? ma nessuno e più sordo di chi non vuol sentire.

da El Piero Sassin.  08/04/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Ce ne fossero di dirigenti venatori come il Sig. Stefano Tacconi al quale non può che andare il mio sincero ringraziamento per quello che fa a favore della caccia. Lo ricordo con simpatia quando conduceva una trasmissione su un 'emittente televisiva umbra locale assieme all'Avv . Zaganelli e Cristini, sempre attenti e scrupolosi nel dare informazioni utili ai cacciatori! Un caro saluto e un incoraggiamento a proseguire sulle linee già tracciate. Grazie di cuore!

da Tordo aretino  08/04/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

In Italia non si farà mai l'unione delle Ass.venatorie. Noi siamo un popolo che si divide in Guelfi e Ghibellini, che aderisce a una miriade di sindacati che in teoria dovrebbero avere gli stessi obiettivi ma che tirano ognuno l'acqua al proprio mulino, che si fanno rappresentare da tanti partiti in cui ognuno si identifica a seconda del proprio punto di vista......e potrei continuare. Come si può pensare che i cacciatori si riuniscano sotto un'unica associazione? Molto meglio un coordinamento che, se i dirigenti ne sono capaci, porti avanti in maniera unitaria tutte le istanze del mondo venatorio.

da sandro  03/04/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

bravo STEFANO complimenti per la tua chiarissima esposizione,ma adesso bisogna dare seguito ai buoni principi sensibilizzando tutto il mondo venatorio che abbiamo attorno nelle nostre realtà locali io vivo in calabria e vi assicuro che lo stò facendo da tempo incontrando notevoli difficoltà propio con gli amici cacciatori i quali si arrendono allo status quo commentando..........ma tanto sono solo parole.......io invece desidero con tutto me stesso chè si possa realizzare l'UNITA delle ass.venatorie per cui tenterò di coinvolgere in questo intento più cacciatori possibile....NON MOLLIAMO VIVA LA CACCIA

da ninorc  02/04/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Non c'è più sordo di chi non vuol sentire. In via prioritaria, non è di programmi che abbiamo bisogno, ma di forza e di posizioni univoche. Frammentati e l'un contro l'altro armati non facciamo altro che fare il gioco dei nostri avversari. E' inutile rincorrere storni e fringuelli se non poniamo basi nuove diverse e più solide per la nostra attività. E allora bisogna partire da una campagna di sensibilizzazione sui benefici che da sempre e oggi più che mai la caccia produce a vantaggio della società. Ma se i nostri leader non capiscono questo, figuriamoci se lo capiscono le truppe, vecchie, stanche e tristi dopo anni di promesse a vanvera.

da brigo  02/04/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Buona Pasqua anche a voi e a tutti i frequentatori del portale.

da Stefano Tacconi  30/03/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Sig:Tacconi, spero che quanto esprime anche in questo interessante articolo venga, al più presto, chiarito al fine di dissipare ogni dubbio che possa sorgere in ognuno di noi per arrivare finalmente ad una vera UNITA' Venatoria per controbattere ogni avversità. Con questo auspicio Le invio i miei
più sinceri Auguri di Buona Pasqua .

da emilio  30/03/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Io non avrei potuto scrivere meglio, ma una cosa è certa ....lo avevo gia capito .Grazie Stefano ora la cosa è + chiara

da Traica Roberto  30/03/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

Grande Tacconi questo è parlar chiaro e diretto. Buona Pasqua

da Filippo  30/03/2013

Re: Unità: quanto penso di aver capito

come sta succedendo in politica, se le "riforme", il "cambiamento" non lo facciamo noi, lo faranno i (pochi) giovani che si aggregheranno motu proprio in un unica associazione. e uesto, noi anziani, lo dovremmo invece favorire. potrebbe essere il primo passo, per togliere l'olio dai fiaschi. perchè gli stati maggiori delle AAVV non danno intanto un assenso e una spinta a questo indispensabile processo? L'abbiamo capito, che la maggior parte dei distinguo sono legati alla classica, vecchia "poltrona", che nessuno vuol mollare.

da Ressole  30/03/2013
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