Senza voler irritare la suscettibilità di nessuno né innescare inutili polemiche, vorrei elencare quelle che personalmente ritengo le cause del declino morale dell’uomo moderno. Nel campo lavorativo secondo me sono stati i Sindacati e nella quotidianità…ovviamente Internet! Perché? Perché i Sindacati, almeno quelli che ho conosciuto io, hanno sempre spesso operato (o regnato a dir si voglia!) in base alle direttive politiche e al numero dei tesserati (paganti), a discapito della cruda e pura meritocrazia, mentre Internet ha partorito una moltitudine di super, mega, ultra sapientoni che, “studiando” pochissimo a tavolino si sono auto proclamati laureati, geni, iperesperti, ingegneri meccanici, periti balistici o Professional Hunter, senza aver sostenuto nessun esame.
Scusate lo sfogo.. ma quando è troppo è troppo!
Quello che era accaduto più di trent’anni fa con il nascere della caccia di Selezione a caprioli e daini nell’Appennino Tosco – Emiliano ora si sta ripetendo con la caccia di Selezione ai cinghiali in tutto il resto dell’Italia, in zone dove non solo la caccia a palla con la carabina era quasi sconosciuta, ma dove non esisteva neanche la cultura e la conoscenza generale necessaria per praticarla. Cosa è accaduto? E’ accaduto che molti neo selecontrollori si sono visti piovere dal cielo la possibilità di poter cacciare un grosso, nobile selvatico TUTTO l’anno, senza dover spendere una lira, pardon, un euro e ne hanno voluto approfittare subito. Con la sola condizione imposta, quella di dover acquistare una carabina dotata di cannocchiale da mira. E qui cascò l’asino. Dapprima con diffidenza e poi con un timido entusiasmo, molti cacciatori di selvaggina minuta si sono ritrovati ad intraprendere l’avventura della caccia a palla alla “Grossa selvaggina” e ben pochi dei suddetti avevano in rastrelliera una carabina e ancora meno le nozioni Tecnico-balistiche necessarie per acquistarne una. L’ho già raccontato in molte altre occasioni, ma mi trovo costretto a dover rispolverare un vecchio episodio che ritengo come una pietra “miliare” col nostro tema.
Una volta, tanti anni fa, mi recai a visitare l’allora grande armeria Ravizza di Milano. Mi trovavo da quelle parti per lavoro, così sfruttai un sabato mattina per fare qualche piccolo acquisto nel prestigioso negozio. Chi ancora ricorda come era “ Ravizza “ a quei tempi, saprà di certo come i commessi gestivano le vendite. Mentre spulciavo la lista dei componenti di ricarica che dovevo comperare, entrò un distinto signore che andò subito spedito al reparto “Canna rigata” chiedendo: “ Vorrei acquistare una carabina” ed il commesso, competente, gli disse: “ Cosa deve cacciarci ? ” Non gli chiese di che marca la volesse e sopratutto in che calibro, quello glielo avrebbe consigliato lui, insieme alle munizioni che avrebbe ritenuto più idonee per quel tipo di caccia ed all’ottica che ci avrebbe montato, in base alla sua lunga e collaudata esperienza. Provate a fare lo stesso oggi, in un modesto negozio di Caccia, Pesca, Sport, dove il proprietario fino al giorno prima sapeva consigliarti quali cartucce tirare con la tramontana oppure quelle da usare con il vento di scirocco, mentre incartava una scatoletta di esche vive. Purtroppo i tempi sono cambiati, i commercianti lavorano esclusivamente su catalogo, non investono più decine di migliaia di euro per riempire le vetrine e le giacenze di magazzino.
Puoi ritenerti fortunato se, entrando in un’armeria, nelle rastrelliere trovi quattro o cinque carabine. A volte sono sufficienti per poter soppesare e scegliere quella che risponde meglio alle nostre esigenze e perché no, quella che più ci ha più colpito esteticamente. Ma poi dobbiamo corredarla di ottica, di attacchi seri e di munizioni che intenderemo utilizzare ed ecco che qui si scatena un irrefrenabile, smodato, irresponsabile “fai da te!” Ci mettiamo davanti al PC o meglio seduti ad un tavolino di un Bar gustando uno Spritz ghiacciato, ed iniziamo col telefonino ad avventurarci nel torbido, oscuro mondo del Web. Morale della favola? Che poi qualche povero Cristo che fa l’armaiolo di professione si vede arrivare in negozio (o su l’uscio di casa nella fattispecie del sottoscritto!) dei personaggi con dietro un’accozzaglia di cianfrusaglie, più o meno inutili, che ti chiedono di assemblarla e di mettere a punto il tutto. No, mi spiace, sono stanco, non ce la faccio più di star perdere ore ed ore a rattoppare, aggiustare, modificare armi e attacchi perché il proprietario ha fatto degli acquisti a dir poco osceni. Poi per cosa? Per risparmiare due – trecento euro? Negli anni mi è capitato di dover arrangiare vecchissime BAR in acciaio primo tipo con delle ottiche con le scritte in cirillico o con gli ideogrammi cinesi a persone che in tasca avevano degli IPhon d’ultimissima generazione da1400 euro. Su, bisogna avere un minimo di ritegno e soprattutto anche un certo rispetto per la caccia e per il selvatico da cacciare.
Ormai dove risiedo mi conoscono tutti e tutti ben sanno che, data la mia passione e il mio animo altruista, non so dire di no a nessuno, anche se certe volte faccio davvero fatica a farlo. Ho deciso di sollevare questo, diciamo polverone, perché giorni addietro, nel mio piccolo laboratorio che per gli amici è: Il Club della Canna Rigata, è venuto a trovarmi un anziano, simpatico signore in ciabatte e pantaloncini, con una vetusta, ma sempre bellissima, carabina Voere Titan calibro 270 Winchester da sistemare.
L’arma era stata acquistata presso un’armeria del circondario che stranamente non conoscevo e il buonuomo intendeva montarci sopra un bel cannocchiale Leica ma non aveva né gli attacchi né ovviamente le capacità per farlo. Io sospettai che neanche l’armiere che gliel’aveva venduta le avesse quelle capacità, ma quello è un altro problema..“Che problema c’è” , gli risposi! “Gli attacchi, o almeno le basi, glieli faremo noi su misura, ci monteremo sopra il cannocchiale, preparerò una cinquantina di buone munizioni e poi andremo a tararla!”. Soddisfatto della mia risposta il brav’uomo se ne tornò a casa tutto contento ignaro di quello che poi sarebbe successo. Le basi per gli attacchi, praticamente introvabili perché a base piana e non concava, dovetti costruirle partendo da un semilavorato Contessa, poi usai una coppia di anelli anch’essi prodotti dai cari amici Alessandro e Andrea di Marcheno. Persi parecchio tempo anche per controllare l’incassatura, per regolare lo scatto un po’ duro, gli diedi anche un’energica pulizia finale e, una volta soddisfatto del mio operato, presi accordi col proprietario dell’arma per andare insieme a provarla al poligono. Perché, nonostante l’abilità del preparatore e del taratore, gli ultimi colpi al bersaglio “cartaceo” deve sempre tirarli il proprietario dell’arma.
Di solito per mettere il cannocchiale in asse perfetta con la canna e per non avere brutte sorprese al poligono coi Click (nel senso che potrebbero non bastarmi per effettuare la taratura!), uso un collimatore ottico che spesso mi permette di colpire un cerchio di 15-20 cm di diametro a 100 mt. A volte faccio anche centro, ma comunque consente di recarmi al poligono con un’ arma tarata al 90 e son al 95%. Quel mattino invece, chissà , forse perché me lo sentivo, decisi di sparare il primo colpo a 50. Risultato? Non presi neanche il bersaglio. Ne tirai subito un altro.. idem. Spostai il cartello a 30 metri e provai di nuovo. Colpii 15 cm a dx e 10 in basso, feci le dovute regolazioni e tirai di nuovo. Zero! Colpo fuori sagoma. A posto così!
Consegnai l’arma al legittimo proprietario pregandolo di riportarla dove l’aveva comperata perché non era in caso di proseguire oltre con quella sofferenza. Interruppi le operazioni di taratura perché continuare a sparare sarebbe stato, oltre che inutile, anche poco piacevole e dispendioso consumare delle ottime munizioni ricaricate con delle nobili e preziose palle Nosler Partition da130 grani. Demoralizzato come non mai, perché oggigiorno è davvero rarissimo, se non quasi impossibile, trovare una carabina che spari così male, chiesi al proprietari di raccontarmi la sua storia, per intero, partendo dall’inizio. Il buonuomo mi disse di averla pagata, senza attacchi né ottica, la stratosferica cifra di 800 euro, quando con quei soldi avrebbe potuto tranquillamente prendere una Sabatti, una Ruger, una Franchi Horizon, una Browning, una Winchester e forse anche una Bergara nuova. Poi mi confidò che l’armiere (assolutamente da NON confondere con un armaiolo!), con degli attacchi cinesi da pochi euro accoccati alla bene in meglio e con un cannocchialetto di marca sconosciuta gliel’aveva fatta provare a…36 metri, distanza da lui ritenuta perfetta per il tiro a lunga distanza, asserendo una serie di scuse balistico – geometriche sulle varie intersecazioni del proiettile con la linea di mira! Evidentemente la povera Voere, ultracinquantenne, doveva aver subito qualche brutto trauma durante la sua lunga e gloriosa vita in montagna (visto il calibro!). Ipotizzai che dovessero averci sparato dei colpi con qualche piccola ostruzione nella canna oppure che l’arma dovesse aver subito un urto o chissà che cosa. Di colpi ne doveva aver ricevuti parecchi e come fosse finita in Maremma una carabina destinata alla caccia al camoscio in Alta Montagna rimarrà per noi sempre un mistero! Purtroppo molti cacciatori non hanno ancora capito, e non c’è sordo più sordo di chi non vuol sentire, che la parola risparmio non si coniuga bene né con la parola “caccia” né tanto meno con le parole “caccia a palla con la carabina”.
Nel nostro magico, meraviglioso mondo, non esistono compromessi strani e/o stravaganti, quindi se vogliamo avere armi, ottiche, attacchi ed accessori efficienti, robusti e pratici dobbiamo pagarli il giusto. Stesso discorso vale anche per i lavori di montaggi - accuratizzazione e per la taratura definitiva. Sono un fervidissimo sostenitore del fai da te, purché a praticarlo siano delle persone serie, competenti e dotate di una buona dose di manualità e non degli improvvisati aggiustatori della domenica addestrati dall’IKEA. Un conto è stare molto tempo su una morsa con una lima in mano, un altro è stare invece comodamente seduto su una poltrona davanti allo schermo di un PC. Ho conosciuto delle persone che si sono orgogliosamente montate e tarate i cannocchiali da soli, che poi al poligono non sono mai riuscite a fare una rosata decente e che a caccia hanno sempre fatto più feriti che morti, è un altro discorso!
Purtroppo per tanti appassionati cacciatori l’imperativo è risparmiare! Sempre! Sarebbe da stupidi o da incoscienti non tener conto della crisi economica mondiale e non pretendo che tutti siano come me, che quando ho un soldo in tasca acquisto subito un’arma, un nuovo accessorio, oppure ne compro uno ancora migliore; ma se dobbiamo acquistare un cannocchiale o degli attacchi, che sono accessori FONDAMENTALI per la precisione dell’arma e quindi per il buon esito della caccia, il prezzo ne identifica inequivocabilmente la qualità. Come possiamo pretendere di acquistare una carabina di terza o quarta mano, un attacco per l’ottica da 30 euro e un cannocchiale da 200 e poi di poterci cacciare la grossa selvaggina in condizioni ideali? Capisco che un operaio che con un modesto stipendio da metalmeccanico deve mantenere da solo la famiglia soffre parecchio se deve spendere molto per la sua passione, ma non ammetto invece chi si ritiene talmente furbo (perché solo Lui sa controllare e ricontrollare i prezzi On Line!) da non voler spendere soldi per la caccia anche se non ha problemi economici.
Per concludere vorrei ricordare che la carabina Bolt Action è senz’altro l’arma che più di ogni altra racchiude tutte le caratteristiche necessarie per il buon esito della caccia di selezione. E’ precisa, pratica, maneggevole, anche bella esteticamente e che non costa un capitale. Fortunatamente ne esistono alcune che valgono ancor più di quello che costano, sono oneste ed hanno delle prestazioni più che sufficienti. Su, facciamolo un piccolo sforzo e cerchiamo di comperarne una decente. Poi, con pochissimi ritocchi all’incassatura, allo scatto, un montaggio corretto dell’ottica e un’ottima munizione i risultati si vedranno di sicuro.
Marco Benecchi