Se c’è una cosa che faccio sempre con molto piacere quella è controllare e manutenzionare le mie armi. Solo che ultimamente, quando presi dalla rastrelliera il mio kipplauf VIMA, che il carissimo amico Mario Vivenzi aveva costruito espressamente per me, mi venne la malinconia, ripensando al mio amico gardonese, prematuramente scomparso. Vorrei pubblicare un articolo proprio sull’arma che lo ha maggiormente gratificato come costruttore e progettesti e che l’ha reso famoso in tutto il mondo: il Kipplauf Pegaso. Pur non avendo mai costruito un fucile proprio, la ditta gardonese VI-MA snc era presente nel comparto armiero già da diversi decenni. Mario Vivenzi ha sempre prodotto parti meccaniche per conto terzi, spesso accollandosi personalmente tutte le difficoltà di progettazione e di produzione delle singole parti d'arma. Poi, alla fine degli anni novanta, la VI-MA ha finalmente deciso di affrontare il mercato mondiale offrendo un fucile personale, e non poteva farlo che nel modo più raffinato, costruendo un monocanna rigato basculante più noto come Kipplauf. Alla VI-MA hanno affrontato il problema com’erano abituati a fare da sempre, da meccanici iperprecisi. Quindi, con un progetto impeccabile, con i disegni quotati dappertutto, con l’indicazione teorica dei materiali più adatti per ogni singolo componente e con la paziente ricerca dei migliori materiali reperibili sul mercato. Per ogni componente utilizzato nella realizzazione dell’arma, se non trovavano il profilo desiderato, lo costruivano loro stessi. Niente scorciatoie, nessun compromesso, specialmente nelle lavorazioni.
Il primo modello di Kipplauf denominato Pegaso racchiuse subito tutte le caratteristiche che doveva avere un’arma moderna: tecnologicamente molto evoluta commercialmente competitiva anche nelle versioni lusso (soprattutto rispetto alla spietata concorrenza teutonica) ed offerta in una gamma dei calibri eccezionale, addirittura dal piccolo .222 Remington al potente .375 Holland & Holland Magnum. Le lavorazioni sono state eseguite in modo tradizionale e la finitura è stata di altissimo livello, come si può dedurre dalla precisione degli accoppiamenti con tolleranze in micron e centesimi di millimetro.
Il materiale scelto per costruire la bascula del Pegaso è stato l’Ergal, ormai comunissimo e strausato da tutte le più prestigiose ditte produttrice di armi. La chiusura è sofisticatissima e innovativa e costituisce un punto di contatto tra il classico e il moderno. Deriva da un brevetto del 1915 chiamato Jäger già adottato su armi simili da altre ditte tedesche. La chiusura è costituita da un blocchetto prismatico a forma di L, che va ad imperniarsi nel fondo di basculla, quindi nella parte più vicina al perno di basculaggio e conseguentemente la più robusta. Nella parte inferiore del monoblocco di culatta è posto un robusto tenone di forma pressoché cubica che, insediandosi in una opportuna sede nel fondo del blocchetto, realizza la tenuta orizzontale. Un altro punto di tenuta è costituito dall'estremità superiore del blocchetto, che s’inserisce con una precisione assoluta all'interno di una sede praticata in corrispondenza del prolungamento del vivo di culatta. II monoblocco è squadrato alla fresatrice e rettificato con estrema precisione alla rettifica tangenziale. La chiusura potremmo definirla come una triplice Purdey del primo tipo, raddoppiata sui due lati del vivo di culatta del monoblocco. Lavora su entrambi, con due piani inclinati che consentono anche il recupero di eventuali giochi. Queste lavorazioni sono costose, ma consentono una precisione impeccabile. Non a caso i blocchetti di chiusura sono intercambiabili sulle canne e queste ultime sono intercambiabili sulle bascule, senza bisogno di ricorrere all'armaiolo. La tenuta verticale è invece realizzata con una classicissima chiusura superiore tipo Greener.
Detto ciò, il fatto che la bascula sia in lega leggera non è, come qualcuno potrebbe pensare, un difetto, tutt'altro. L’'uso dell’Ergal limita il peso da portarsi sulla spalla o nello zaino e chi ha avuto modo di cacciare in montagna in condizioni avverse conosce bene l'importanza dei pesi ridotti.
Il grosso e funzionale estrattore può essere sia normale, quando si usano calibri rimmed con collarino, sia dotato di un nottolino a molla retrattile quando si scelgono munizioni rimless da carabina. L’estrattore automatico è stato considerato inutile in un'arma destinata ai cultori del colpo solo e del “One shot, one kill!”. Come tutti i kipplauf moderni che si rispettano, anche il Pegaso della VI-MA presenta l'armamento del sistema di sparo azionabile con una slitta posta sul codolo della bascula. Non è il solito sistema di armamento, ma una novità importantissima. La soluzione usata è nota in meccanica col nome di glifo, ossia di un manovellismo a settore circolare decentrato che raggiunge la posizione estrema quando si trova al punto morto superiore. Questo significa che un urto, invece di far partire il colpo, scarica tutto il sistema. Significa anche che non ci sono pericolosi pulsanti di sblocco dell'armamento. Per disarmare l’arma é sufficiente portare indietro il cursore. La sicurezza è così ottenuta nel modo più semplice possibile e più affidabile. L'ingranaggio di azionamento del glifo è a modulo, realizzato per elettroerosione a filo (un sistema che può garantire tolleranze nell'ordine del centesimo di millimetro), sia per il settore circolare sia per la cremagliera. Il tutto deve scorrere con assoluta dolcezza e garantire che si scaricherà senza intoppi in caso di colpi accidentali.
Anche il pacchetto di scatto è al contempo particolarmente sofisticato e robustissimo. Lo sgancio è diretto, con possibilità di regolazione agendo su un’apposita vite, per uno sforzo di trazione compreso tra i 250 e i 2.000 grammi. Comunque con la taratura di fabbrica lo sgancio è netto, a “rottura di cristallo” e non richiede un particolare impegno nel tiro meditato. II percussore ha una corsa brevissima (circa 5 mm), che si traduce in una notevole velocità di sparo. La chiavetta di apertura è posta nella posizione canonica, sulla sommità della bascula. Per questioni di sicurezza, il congegno di sparo si disinnesta anche aprendo leggermente il fucile, oppure in caso di urto. In tal modo si scongiura l'ipotesi della partenza accidentale del colpo in caso di caduta dell'arma. Per motivi di costo, la canna é inserita in un monoblocco. In questo modo si possono fare tutte le lavorazioni successive separatamente. L'unione delle due parti avviene per saldatura o avvitatura. Sulla canna, in acciaio al cromo molibdeno rotomartellata a freddo, viene investito un manicotto che reca nella parte superiore la semibindella, che supporta la tacca di mira e la sciina a coda di rondine da 11 mm per ricevere l’attacco per l'ottica, mentre inferiormente c’è l’aggancio per l'astina. In tal modo si è evitato di aggiungere altri elementi direttamente sulla canna, limitando eventuali effetti deleteri sulla precisione. Per lo stesso motivo, nella produzioni più recenti, l'attacco anteriore per la cinghia non sarà più saldato alla canna, ma applicato ad un collare tenuto in sito per mezzo di un grano. II manicotto potrà essere realizzato sia in Ergal sia in acciaio, con una differenza di peso di circa 200 grammi. Gli organi di mira meccanici sono di buona qualità. Il mirino è in fíbra ottica, montato su una solida rampa, mentre la tacca di mira è a foglietta abbattibile, innestata a coda di rondine sulla bindella e regolabile in derivazione allentando l'apposito grano di fermo. II calcio è in noce, accuratamente finito a mano e dalla linea classica alla bavarese ad un foglio. I raccordi morbidi fanno passare quasi inosservata la leggera curvatura a dorso di cinghiale. Poco appariscente anche il rilievo del poggiaguancia, indispensabile per facilitare l’allineamento tra l’occhio ed il cannocchiale. Anche l'unione della croce all'astina è stata trattata con perfezione maniacale. Non c'è una semplice vite a legno. E' vero che quella vite con ogni probabilità non dovrà mai essere smontata, ma è anche altrettanto vero che se lo si facesse, potrebbe prendere gioco. Inoltre il legno è soggetto a movimenti. La soluzione adottata è stata quella di inserire nell'astina un blocchetto di ottone forato e filettato, sul quale andrà ad avvitarsi una robusta vite per metalli. La superficie di contatto tra metallo e legno è superiore e il sistema è indubbiamente più longevo, specialmente dopo ripetuti smontaggi e rimontaggi. L'astina termina con un accenno di becco d'oca, è ben impugnabile, piuttosto lunga e può essere dotata di una zigrinatura piena oppure tipo scozzese, sempre realizzata a mano. Lo stesso vale per l'impugnatura a pistola, che consente un’ottima presa. Il grilletto è protetto da un ponticello sottile, ma sufficientemente ampio da consentire il tiro anche con mani guantate. II calciolo, dallo spessore contenuto, è in gomma di colore rosso scuro, svolge bene il compito di smorzatore di rinculo, specialmente quando si usano calibri potenti.
Le incisioni che decorano la bascula sono semplici e standardizzate per la versione base, ma possono essere modificate su richiesta per la versione più raffinata. In funzione alle sue caratteristiche costruttive e agli acciai impiegati, persino un Kipplauf VI-MA Pegaso Standard costa meno di quel che vale. Se in passato la diffusione di questo genere di armi fu limitata, sicuramente dipese anche dal costo degli attacchi saldati per l’ottica.
Purtroppo i primi esemplari potevano montare soltanto degli attacchi ad incastro, a “piede di porco”, oggi invece quasi tutti i nuovi modelli disponibili sul mercato sono predisposti per essere equipaggiati con attacchi in acciaio, fissi oppure amovibili, molto più pratici ed economici. Mi permetto di consigliare gli ottimi attacchi a sgancio rapido ideati e realizzati dai fratelli Alessandro e Andrea Contessa di Marcheno.
Originariamente splendidi Kipplauf sapevano costruirli soltanto in Germania ed in Austria, oggi possiamo affermare che, se vogliamo, anche noi italiani sappiamo come darci da fare.
Marco Benecchi
SCHEDA TECNICA DELL’ARMA
COSTRUTTORE: VI-MA snc di Vivenzi & C
Gardone V.T. (BS) Italy
MODELLO: PEGASO (Versioni: Standard, SL Super Lusso , XL Extra Lusso, XLO Extra Lusso Ornato, OXL Royal)
TIPO: Fucile Monocolo rigato tipo Kipplauf
IMPIEGO PRATICO: Arma specifica e di gran classe per la caccia di selezione e di montagna.
CALIBRI: A richiesta: dal 222 Remington al 375 H&H Magnum
SISTEMA BATTERIE: con percussore da armarsi manualmente
ESTRATTORE: Manuale
SCATTO: Singolo, con sgancio è diretto e regolabile con uno sforzo di trazione compreso tra i 250 e i 2.000 grammi.
CANNE: Possono essere lunghe da 600 a 650 millimetri e sono realizzate in acciaio al cromo molibdeno bonificato mediante rotomartellatura a freddo. E’ possibile richiedere anche il freno di bocca e canne a profilo ottagonale.
CONGEGNI DI PUNTAMENTO: Mirino in fibra ottica su rampa regolabile in elevazione. Tacca di mira aperta abbattibile montata su mezza bindella. L’arma è predisposta anche per il montaggio degli attacchi per l’ottica con scina a coda di rondine da 11 mm ricavata direttamente sulla bindella . Si consigliano gli ottimi attacchi a sgancio rapido in acciaio ed Ergal costruiti dai Fratelli CONTESSA di Marcheno
CALCIO ED ASTA: Il calcio è a pistola con poggia guancia tipo bavarese ad un foglio, in noce europeo con calciolo ventilato antirinculo in gomma. L’astina è di tipo esile con sgancio ad auget. Il zigrino è tipo scozzese a passo fine eseguito a mano.
FINITURE: La bascula può essere richiesta con diversi gradi di finitura e/o personalizzazioni. La brunitura delle canne è lucida ed i legni sono finiti ad olio.
PESO: Circa 2.600 grammi.
LUNGHEZZA: 1.030 mm, con canne da 600 mm.
MATERIALI: Bascula in Ergal realizzata interamente dal pieno. Canna e sistema di chiusura in acciai speciali particolarmente trattati
ACCESSORI: Valigetta ed altri accessori a richiesta
PREZZO AL PUBBLICO: a partire da 1900 Euro (modello Pegaso Standard)