Durante un recente, “amichevole” scambio di opinioni nel mio blog, sono stato rimproverato di sottolineare troppo spesso che vado a caccia con le armi a canna rigata da più di cinquanta anni! Ammetto di esserci rimasto un po’ male, ma soltanto un pochino, perché sono sempre fermamente convinto che solo in base alle nostre esperienze personali e alle vicende realmente vissute sul terreno di caccia si possono trarre vantaggi e benefici futuri, sia per noi stessi sia per chi ha voglia di ascoltare i nostri consigli. Non dimentichiamo, poi, che in ogni campo, ma in particolare nel mondo delle armi e della caccia pratica, è quasi un obbligo cercare di evitare gli sbagli fatti e rifatti! Quindi, ricapitolando, permettetemi di dirvi che in tantissimi anni di caccia a palla: “Dalla Maremma al Nord America!” ho utilizzato un’ infinità di armi, di calibri e di munizioni e se c’è stata una palla che mi ha soddisfatto più di ogni altra, quella è senz’altro la Nosler Ballistic Tip, ancora oggi la mia ogiva preferita, almeno dal cal. 222 al potente 9,3 x 74 R. In tantissime occasioni mi ha sempre deliziato per costanza, precisione e soprattutto per la sua eccezionale letalità!
Sulla bontà dei prodotti Nosler non si discute. Tutta la vasta gamma di palle offerte dalla nota casa di Bend nell’Oregon, fondata da John Nosler e Clarence Purdey nel 1948, è caratterizzata dalla bontà dei progetti, dall’eccellente fattura e dalla qualità dei materiali impiegati. Dai mitici Partition ai nuovi Accudond, la richiesta delle ogive Nosler è sempre stata buona e costante sia in munizioni originali sia come componenti per la ricarica, ma ci sono delle palle, le Ballistic Tip, che hanno suscitato nei cacciatori, ed in particolare di quelli italiani, giudizi molto discordanti. Io quelle palle le ricarico e le uso da diversi anni in tutti i calibri che adopero normalmente a caccia, dal 5,6 x 50 R Magnum al 9,3 x 74 R e guai a chi me le tocca, ma conosco parecchie persone che, indipendente dal fatto che le abbiano veramente usate o se sono soltanto rimasti impressionati dalla loro particolare struttura, le criticano etichettandole come “troppo violente” sulla spoglia del selvatico. Effettivamente le Nosler Ballistic Tip, anche se hanno la punta ricoperta da ogive appuntite in policarbonato, sono pur sempre delle “Hollow Point” a punta cava e quindi rientrano a ragione nella categoria delle palle ad “espansione precoce”, ma non dimentichiamo che possiedono anche una base solida di sezione molto più spessa del normale e che sono state espressamente concepite per la caccia alla grossa selvaggina. Altrimenti non potrebbero essere caricate in calibri come i sette Magnum, i trecento ad alta intensità, l’ 8 x 68 Shuler e addirittura il 9,3 x 74 R.
La caratteristica di avere una deformazione veloce è per queste bellissime palle al contempo un pregio ed un difetto, sempre seconda dei punti di vista. Io non ho voglia di dividere gli appassionati di ricarica e di caccia a palla italiani in due schiere: quella dei favorevoli e quella dei contrari alle palle Nosler BT, ma è mio dovere ricordare a tutti che prima di esprimere un giudizio in ambedue i sensi sarebbe opportuno aver fatto parecchie prove con vari calibri e contro specie selvatiche differenti. Un giorno può capitare che un animale reagisca in un modo ad un colpo di carabina, mentre magari, tempo dopo, le cose vadano molto diversamente. Non possiamo affermare che un calibro od un tipo di palla vada bene oppure male, dopo averli provati o visti provati da altri soltanto pochissime volte. Ho conosciuto un vecchio bracconiere cadorino che in gioventù andava a caccia di cervi sui monti intorno a Cortina con una carabina in calibro 243 Winchester e con un kipplauf 5,6 x 50 R Magnum. Dopo aver ascoltato qualche sua avventura, non ho avuto il coraggio di ricordargli che quelle munizioni non erano certo l’ideale per dar la caccia ai grandi selvatici!
Ritornando all’oggetto del nostro articolo, vediamo nel dettaglio le caratteristiche delle famose, nel bene e nel male, palle Ballistic Tip. Sono senz’altro l’evoluzione delle Nosler Solid Base con la punta “Spitzer” in piombo, e sono sempre state facilmente riconoscibili dalla loro caratteristica ogiva acuminata in plastica di colore diverso secondo il calibro (arancione per il .22, rosso per il 7 mm, verde per i calibri trenta e così via). Stando ai testi in mio possesso la data ufficiale della loro comparsa sul mercato risale intorno alla metà degli anni sessanta, un periodo quello che vide anche la nascita di molti calibri “Magnum”, munizioni potenti che strabiliarono tutti con i loro pregi ma che purtroppo avevano anche alcuni piccoli difetti, tra i quali la spiacevole caratteristica di danneggiare con il rinculo le punte delle cartucce stipate nei loro caricatori. Spesso capitava che dopo aver sparato un solo colpo “Magnum”, il cacciatore si ritrovava con tre–quattro cartucce che avevano il piombo esposto della punta deformato, e questo andava a discapito della precisione nelle lunghe distanze e del coefficiente balistico. John Nosler decise di creare una palla che avesse la precisione di una Hallow Point Boat Tail e la prenotazione di una Solid Base semplicemente innestando sull’apice bucato della palla una punta di materiale sintetico che agiva come un cuneo per favorirne l’apertura. Le Ballistic Tip avevano il pregio di aumentare velocemente il proprio diametro, produrre un micidiale “fiore” con le pareti del mantello e disperdere altrettanto letali schegge di piombo. Il nuovo proiettile per come si comportò in “azione” sui selvatici, all’interno dei serbatoi e sulle rampe di alimentazione ottenne subito un meritato successo, tanto che molte note ditte produttrici di munizioni sia americane sia europee decisero di offrirlo nei loro caricamenti commerciali.
A quarant’anni dalla loro nascita le palle Ballistic Tip sono rimaste strutturalmente sempre le stesse, con lo stesso rivestimento ramato a sezione variabile ed il nucleo in lega di piombo ed antimonio. Attualmente la produzione si estende dalle piccole .22 - 5,56 mm alle pesanti 9,3mm - .366” e la richiesta, nonostante i suoi detrattori, è sempre in crescita. E’ dalle Nosler BT che sono derivati proiettili come le Norma Plastic Point, le Hornady Interbonded, SST, V-MAX e A-MAX, le Swift Scirocco, le Nosler Accubond, le Winchester Ballistic Silvertip (che sono delle comunissime BT rivestite di Lubalox in bisolfuro di molibdeno) e forse anche le Remington Bronze Point. Io dopo trent’anni di caccia a palla non ho ancora trovato un proiettile che abbatta “pulitamente” senza danneggiare la spoglia, specialmente quando colpisce un grande osso.
Ammetto che esistono delle palle in grado di produrre ferite più vistose di altre, ma tutte le volte che premo il grilletto il mio desiderio più grande è quello di veder cadere il selvatico colpito “fulminato” sul posto e non mi preoccupo se poi mia moglie dovrà cucinare qualche etto di carne in meno. Quando le palle Nosler Ballistic sono ben indirizzate difficilmente fanno feriti; entrano in cassa già ben deformate cedendo una grande quantità di energia. Io di BT a caccia ne ho tirate a centinaia e sono tuttora le mie preferite, dal piccolo e veloce 5,6 x 50 R Magnum al sempreverde tuttofare 30.06 non mi hanno mai deluso. OK, a qualcuno le palle “colorate” della Nosler non piacciono, pazienza, ma per cortesia non accaniamoci contro di loro e soprattutto non critichiamo chi le usa da tanti anni “con successo”. Non possiamo certo negare che le palle Ballistic Tip siano molto ben costruite, precise a tutte le distanze, che possiedono un eccellente coefficiente balistico, un’invidiabile radenza e che “lavorano” a dovere anche quando non incontrano grandi masse. Proprio in funzione alla loro particolare struttura mi permetto anche di annoverarle tra le palle più “sicure”, perché difficilmente fuoriescono dal corpo del selvatico e se non lo colpiscono si disintegrano facilmente colpendo bersagli solidi.
Marco Benecchi