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30/03/2021 8.12 

 
Lo sapevate che la Zavodi Crvena Zastava è la vera depositaria dei disegni, delle attrezzature e delle macchine originali per la produzione del Mauser K98? E che tuttora produce le migliori azioni sportive derivate dalla vecchia K 98, tanto da essere utilizzate dai più famosi e rinomati costruttori artigianali di carabine del mondo? Ripercorriamo un po’ la sua storia. Nel lontano 1879 la Zastava stipulò un accordo con i fratelli Mauser per lo sviluppo di un’arma d’ordinanza da destinare all’esercito del Regno Serbo. A quell’epoca la Mauser era un piccola azienda familiare molto giovane, perché fondata solo sette anni prima, mentre la Zastava produceva armi leggere e pesanti per molti Stati Europei e per la Russia sin dal 1808. L’accordo prevedeva che i fratelli Mauser sviluppassero, con brevetti e tecnologia della Zastava, un fucile innovativo per l’esercito Serbo. Il risultato fu il Gewehr 98, il padre del mitico, ineguagliabile, insuperato, stra-imitato K98. Per questa ragione, quando a seguito del trattato di Versailles venne inibita alla Germania la produzione di armi, molti macchinari della Mauser vennero trasferiti in Serbia, dove la Zastava realizzò parte dei “Mauser” prodotti a ridosso della prima guerra mondiale. Durante la seconda guerra mondiale, con l’occupazione tedesca dei Balcani, i macchinari e le maestranze della Zastava vennero trasferiti in Francia e Germania. Alla fine della guerra, come risarcimento bellico, la Yugoslavia pretese e ottenne che tutta la catena di montaggio della Mauser per la produzione del K98 venisse trasferita alla Zastava. Oggi  il know-how produttivo di quest’arma fantastica è quello gelosamente custodito dalla Zastava, poiché la Germania non solo rimase senza disegni e attrezzature, ma per 30 anni non ne produsse più.



 
Ancora oggi la Zastava produce armi sia militari sia sportive con la stessa passione di un secolo fa. L’arma oggetto del nostro studio è la carabina da caccia grossa modello 70 con funzionamento a otturatore scorrevole–girevole tipo Bolt Action, molto nota anche tra i cacciatori professionisti operanti nel Continente Nero. La Zastava 70 è caratterizzata da un ottimo rapporto qualità prezzo, da un elevato grado di finitura, da ottime soluzioni estetiche, dalla bontà dei materiali impiegati e tuttora viene ancora costruita da maestranze altamente specializzate. Fu prodotta in tutti i calibri americani e europei più diffusi dal 22/250 al 458 Winchester Magnum e noi ne abbiamo testata una camerata nel più grosso della gamma: il calibro 458 WM!

La Zastava si riconosce a prima vista perché, oltre ad avere una estetica molto sobria, classica, essenziale, ha il puntale in ebano nero inserito nel calcio in noce con un taglio dritto, a differenza di molte altre carabine che lo hanno obliquo, inclinato. La sua azione deriva dalla vecchia meccanica Mauser K 98, che non è molto più comune nelle carabine da caccia moderne. L’arma è aggraziata nelle linee e molto curata nei dettagli e nelle finiture, rispecchia il gusto classico austro-tedesco con il caratteristico otturatore basato si sulla meccanica K98, ma che assomiglia più ad un FN e ad un Dumoulin che a un vecchio Mauser. Concettualmente è più raffinato del suo precursore, senza la brutta e scomoda sicura a tre posizioni a “bandiera” e con dei giochi di esercizio molto ridotti. Tutto il resto è rimasto invariato, come l’espulsore a lamina e l’estrattore fisso ad unghia larga solidale al corpo dell’otturatore. Il percussore è lanciato a corsa lunga, avvolto dalla molla elicoidale che gli fornisce la spinta cinetica ed è coassiale al corpo dell’otturatore. La sicura manuale blocca anche l’apertura dell’otturatore ed è costituita da una levetta scorrevole collocata sul lato destro dell’arma, appena dietro al manubrio dell’otturatore. E’inseribile solo a percussore armato, come ulteriore elemento di sicurezza nell’uso dell’arma. Per togliere l’otturatore dalla culatta occorre agire sulla leva posta alla sinistra del castello. La culatta reca le sedi delle tre alette di chiusura dell’otturatore k 98, con le due alette anteriori poste a 180° e una terza posteriore di sicurezza. Nel modello provato, in calibro 458 WM, è ovviamente presente il traversino di rinculo (recoil lug) di generose dimensioni, posto sotto l’anello di culatta, che garantisce un accoppiamento molto solido dell’azione con il calcio. Il foro della seconda vite di fissaggio dell’azione al legno è ricavato sull’estremità della coda della culatta. Il serbatoio è bifilare fisso, è costruito in acciaio con l’elevatore cromato e la molla a lamina. Lo sgancio dello sportellino per lo svuotamento rapido avviene mediante un piccolo pulsante zigrinato laterale, presente all’interno del ponticello del grilletto. Forse il sistema di bloccaggio è il più sicuro che abbia mai visto su di un’arma destinata alla caccia grossa africana. La canna è in acciaio trilegato al Ni-Cr-Mo ed è ricavata per rotomartellatura a freddo. Presenta un profilo esterno molto snello leggermente conico e nel caso dell’esemplare provato il passo di rigatura, twist, è di 254 millimetri, un giro in 8”, ottimo per stabilizzare palle di buon peso, dai 400 grani in su.
 




MATERIALI E FINITURE

Per realizzare le carabine Zastava 70 si è fatto ricorso alle tecniche di lavorazione tradizionali, quelle di un tempo, con asportazione del materiale dal pieno, oggi quasi del tutto abbandonate perché più onerose rispetto alla microfusione, ma che forniscono un miglior risultato finale sia in termini di bontà dell’esecuzione dell’arma sia in termini di prestazioni balistiche. E’ bene precisare che il termine “tradizionale” potrebbe indurre in errore, perché anche la tecnica della lavorazione dei pezzi dal pieno per asportazione di truciolo, vecchia quanto le armi da fuoco, oggi può essere eseguita anche con dei moderni macchinari a controllo numerico computerizzato.

MECCANICA

La meccanica è una Mauser classica sportiva che non ha bisogno di presentazioni. E’ rumorosa, pesante, quando si aziona sembra il chiavistello di una porta, ma è sempre l’azione più diffusa e affidabile del mondo. Quella che è stata presa come esempio da tutte le altre. L’otturatore è una vera e propria icona, una piccola opera d’arte se si pensa che è stato concepito nel 1898. Tutto ricavato per tornitura e fresatura da un’unica barra di acciaio al carbonio. Anche la culatta è ottenuta da un singolo profilato d’acciaio forgiato di notevoli dimensioni, in quanto, sempre da esso, deve essere ricavata anche l’aletta del recoil lug destinata a sopportare il rinculo. Tutti i componenti metallici sono macchinati e brocciati per essere poi sottoposti ai trattamenti termici d’indurimento. Quel che ha sempre contraddistinto una carabina Zastava è l’eccezionale rapporto qualità–prezzo, la sua bella calciatura e la sua linea elegante, molto ben proporzionata. Una scelta estetica piuttosto comune nelle armi europee del primo dopoguerra, che puntavano molto sul mercato civile per riprendersi dal tragico conflitto. Lo scatto è bigrigrillo con Schneller regolabile (anche nel 458 WM!), facilmente azionabile anche da tiratori che hanno le mani grandi con le dita lunghe.
 

IL CALCIO

Il calcio è a pistola con un poggiaguancia di tipo Montecarlo, che favorisce sia il tiro istintivo sia quello mirato. La sua conformazione risulta confortevole e fisiologica. Le zone in corrispondenza dell’astina e dell’impugnatura hanno un zigrino a passo fine, sempre apprezzato per la sua grippabilità mai fastidiosa. Il calciolo, in materiale sintetico morbido, è ventilato e di grande spessore, per ammortizzare il rinculo del potentissimo calibro magnum. Il legno utilizzato per la realizzazione della calciatura è noce europeo, balcanico o turco. La trama è onesta, di buona qualità senza nodi o brutte venature. La finitura è prettamente Mitteleuropea ma anche con un piccolissimo sguardo al mercato americano, visti gli orribili inserti bianchi che siamo riusciti ad eliminare nel calcio e nella coccia ma non nel puntale anteriore purtroppo! A proposito di coccia, nell’esemplare in oggetto quella originale in plastica piena è stata sostituita con una predisposta per accogliere un ovale in argento raffigurante uno splendido elefante stilizzato che carica.




LE MIRE

Sul modello provato le mire sono le solite: alzo a singola foglietta, regolabile in altezza e derivazione, collocato sulla canna e  un mirino a lamina montato su rampa protetto da tunnel. L’esemplare provato è dotato di cannocchiale  6 x 42 in acciaio, montato su attacchi fissi  con anello anteriore dotato di estensione.

CONSIDERAZIONI FINALI

Le Zastava 70, come tutte le armi che rientrano nella fascia media di mercato prodotte nel centro Europa tipo CZ, Brno, Voere, etc., sono sempre state delle armi molto oneste, ben fatte e offerte al giusto prezzo, ma poco diffuse perché non prodotte da grandi marche famose. Le operazioni di rifinitura, levigatura e lucidatura sono tutte eseguite a macchina ma rifinite a mano. Il grado di lavorazione è molto superiore alla media. Conoscete qualche cacciatore a palla, o aspirante tale, che entra in una piccola armeria di provincia e chiede di acquistare una carabina Zastava? Questo secondo me è un vero peccato, perché sono tutte delle ottime bolt action anche da caccia grossa. Il modello 70 è costruito molto bene e con ottimi materiali, ha una azione affidabilissima, ancora molto attuale. Le caratteristiche balistiche sono eccellenti e costanti. Personalmente, in qualità di armaiolo, provare la Zastava 458 WM è stata una esperienza molto positiva e l’arma ha superato ampiamente tutte le mie aspettative. Precisione e affidabilità sono fuori discussione. L’occasione di provare questa vecchia arma è venuta perché girando per le armerie ho visto che ancora se ne possono trovare in ottimo stato e a prezzi irrisori. Quando è capitato di trovarne una come nuova e camerata nel potente calibro 458 WM non ce la siamo fatta scappare.


Marco Benecchi
 


 
SCHEDA TECNICA DELL’ARMA


Costruttore: Zavodi Crvena Zastava Serbia

Modello: 70

Tipo: Carabina da caccia a ripetizione manuale “Bolt Action”

Funzionamento: A otturatore scorrevole girevole tipo Mauser modificato, con due tenoni in testa e una terza posta posteriormente di sicurezza.

Percussore: Monopezzo lanciato.

Estrattore e Espulsore: L’estrattore è fisso a unghia larga solidale all’otturatore. L’espulsione del bossolo avviene tramite lamina fissa.

Sicura: La sicura è manuale a due posizioni azionabile da una leva posta sul lato destro del castello.

Calibri: dal 22/250 al 458 Winchester Magnum, compresi i più diffusi calibri europei e statunitensi.

Canna: In acciaio trilegato trattato termicamente. Lappata e rotomartellata a freddo. Lunga 560 mm (calibri normali) o 650 mm (calibri magnum).

Alimentazione: Tramite caricatore bifilare interno da 4 cartucce.

Organi di mira: Tacca di mira a singola foglietta abbattibile, regolabile in altezza e derivazione e mirino a lamina fisso.

Castello: Predisposto per il montaggio del cannocchiale da mira con foratura 6/48” UHS per Mauser K 98 - FN.

Scatto: con Schneller bigrigrillo regolabile

Calcio: In noce europeo turco o balcanico finito ad olio con puntale in ebano con inserti in plastica bianchi. Poggiaguancia tipo Montecarlo

Finiture particolari: arma molto elegante. Sobria, aggressiva, ben bilanciata, affidabile e molto maneggevole.

Peso: da 2900 a 3500 grammi a seconda del calibro.


Il calibro 458 WINCHESTER MAGNUM

Il 458 Winchester Magnum è senza dubbio uno dei calibri più utilizzati, più criticati, più diffusi ed ha suscitato i pareri più contrastanti in tutto il mondo. Durante i suoi tanti anni di vita sul suo conto se ne sono dette di tutti i colori. Ha avuto più critiche che elogi, ma se la munizione è tuttora in produzione e se rimane la cameratura più potente nel novanta per cento delle carabine ad otturatore in commercio un motivo ci sarà di sicuro. La data ufficiale della sua nascita risale al 1955, sembra su consiglio del Sig. John Olin (esperto cacciatore ma anche azionista della Winchester!), in un periodo in cui il continente nero subiva l’assalto degli avventurieri di tutto mondo. Le agenzie che organizzavano Safari crebbero come funghi, convinte che sulla pelle (e sulle zanne) della fauna africana avrebbero fatto la loro fortuna. I primi cacciatori che intrapresero la caccia ai grandi animali, ai “Big Five”, per usare il termine in voga tra gli anglosassoni, usavano dei pregiatissimi Express o delle splendide carabine di produzione inglese o belga che costavano quanto una piccola fortuna e che spesso erano camerati in calibri a cordite non sempre di facile reperibilità. E’ curioso far notare che una volta i mitici “Big Five” erano: l’elefante, il rinoceronte, l’ippopotamo, il bufalo cafro e il leone, ma ben presto l’ippopotamo venne sostituito nella “lista” dal leopardo, chissà, forse perché qualcuno ritenne la caccia al “cavallo di fiume” poco sportiva.

Gli intraprendenti industriali americani, che da sempre hanno pianificato le loro produzioni in funzione alle richieste dei consumatori, corsero ai ripari. I tecnici della Winchester Repeating Arms Division – Olin Mathieson Chemical Corp., sempre in eterna competizione con i colleghi della Remington, decisero di muoversi velocemente e di fare le cose in grande. Non solo cercavano una cartuccia di grosso calibro in grado di fermare la carica di qualsiasi selvatico esistente, anche pericoloso, ma volevano proporla in un’arma economica alla portata di tutti. La nuova munizione doveva essere: in un calibro compreso tra il .400 e il .500, in grado di sparare una palla da 500 grani (32,5 grammi) a velocità sostenuta (620 m/s), avere un rinculo sopportabile e poter essere impiegata in un’arma leggera, maneggevole e con l’otturatore ad azione standard ( per standard gli americani intendono quella di un 30.06). Tutto questo per tre motivi: primo per mantenerne i costi di produzione, secondo per ridurre i tempi di ricarica e facilitare la replica del colpo, terzo che a quel tempo c’era nell’aria la moda (come oggi!) delle munizioni “corte”.

Come per “quasi” tutte le cartucce Magnum, per la scelta del bossolo si partì da quello rinforzato-cinturato del 375 Holland & Holland Magnum accorciandolo a 2”1/2 ( 63,5 millimetri, sempre come un 30.06!) e allargandone il colletto in modo che potesse ospitare una palla calibro 458 millesimi di pollice (11,63 millimetri). Guarda caso, anche per il calibro gli ingegneri americani non ebbero una grande fantasia, scelsero il .45, come avevano giù fatto per il 45 Colt, il 45 ACP e il 45–70 Governament!! Uno studio rigoroso del propellente diede vita ad una munizione con carica compressa che era in grado di erogare circa 680 chilogrammetri, e che duplicava, più o meno, le prestazioni dei mostri sacri inglesi come: il 450 Nitro Express, il 470 NE, il 475 e i vari 500. Quando finalmente fu tutto pronto, sia la nuova cartuccia che la nuova arma: il Winchester “African”, (evoluzione del modello 70 - del 1939 - con maglietta portacinghia sulla canna, traversine di rinforzo sulla calciatura, canna da 635 millimetri, mire da Safari, il tutto in 4,3 Kg di peso), non rimase altro da fare che l’ultima prova, quella pratica.

Il battesimo di fuoco del 458 Winchester avvenne in Kenya, nell’allora paradiso della caccia grossa mondiale. Il primissimo animale abbattuto fu un grosso rinoceronte sotto carica. Ci vollero ben tre colpi di 458 per finirlo, più uno in calibro 475 n° 2 tirato dal White Hunter!! Dopo questo esordio non certo felice seguirono molti altri abbattimenti sempre più soddisfacenti, tanti che in brevissimo tempo il binomio 458 Winchester-“African” divenne famoso per le sue doti balistiche ma soprattutto per il prezzo dell’arma che negli anni sessanta non arrivava ai trecento dollari. Immediatamente altri “Gun Makers” cominciarono a produrre carabine in questo calibro. Tanto per citarne qualcuno: la Remington, la B.S.A., la Griffin & Howe, la Mauser, la Steyr Mannlicher, la F.N. (Browning) e la CZ Brno. Oggi sarebbe difficile ricordare ed elencare tutti i costruttori che hanno in catalogo armi in 458 WM. Il suo impiego pratico va dall’elefante in giù! Oltre che per la caccia ai suddetti Big Five, con la giusta scelta della palla il calibro 458 WM può ancora essere apprezzato contro i grossi bovini entro i cento metri o poco più, come il bisonte americano, il bisonte europeo, il gaur, il bufalo d’acqua, il banteeng e così via. Molti professionisti americani lo usano come “assicurazione sulla vita” mentre cacciano i grandi orsi bianchi, i grizzly e i kodiak.

Una volta si trovavano soltanto munizioni originali (per lo più Remington e Winchester) con palle di peso da 500-510 grani, mentre oggi è possibile reperirne (originali o ricaricate) anche con palle da 465 (le potentissime A – Square Vo 680 m/s!), 450, 400, 350 e addirittura da 300 grani. Una gamma di proiettili così vasta lo rende un calibro “tuttofare”, molto utile per chi vuole partire per un Safari con un solo fucile.

Vediamo adesso per quali motivi il 458 WM è stato oggetto di tante discussioni. Ho contattato alcuni “Safaristi” e dei validi Professional Hunter (ancora in servizio attivo) che usano o che hanno usato questo calibro, per conoscere le loro opinioni (tutti, più o meno, specialmente negli gli express sono stati concordi nel preferirgli il classico 470 Nitro Express!). I cari amici Mauro Fabris, Mauro Daolio e il granitico Afaso Campogalliani me le hanno riassunte come segue. Anni fa, gli elefanti ed i bufali cafri si tiravano da brevissima distanza (15–30 metri al massimo) e con le sole mire metalliche. Le palle blindate di quei tempi erano appena sufficienti per “troncare” uno stinco di un elefante, ma subivano notevoli deformazioni all’impatto ed erano carenti in penetrazione. Con il passare degli anni i grandi portatori di trofeo divennero sempre più diffidenti e di conseguenza la loro la caccia si fece più impegnativa. Le distanze d’ingaggio aumentarono, anche oltre i cento metri, costringendo molti cacciatori a montare delle ottiche da mira persino sugli express. A quelle distanze il 458 WM faceva molti feriti e pochi morti. Ed inoltre a completare l’opera, i produttori di munizioni, preoccupati dai frequenti mal funzionamenti riscontrati nelle cartucce originali, forse a causa dei climi torridi africani, ne avevano ridotto drasticamente le prestazioni. Ma a quel punto la popolarità e la diffusione del 458 era talmente elevata e tentacolare che si dovette correre subito ai ripari. Il Sig. Lott progettò una nuova e potente munizione semplicemente allungando il bossolo del 458 da 2,5” a 2,8” Questa operazione permetteva alle armi calibro 458 WM di essere ricamerate in 458 Lott; e viceversa, all’occorrenza potevano sparare ancora le normali munizioni nel calibro originario. In Africa le munizioni cariche di 458 WM puoi facilmente trovarle dappertutto. L’altro rimedio a cui ricorsero sia la Wincester che tutti gli altri produttori, fu il rivedere lo studio dei propellenti e la progettazione delle palle, in particolare quelle blindate (Full Metal Jacket, Solid, Monolitiche, Tungsten Solid, ecc). Oggi, così “restaurato”, il 458 WM sta riguadagnando molto del terreno perduto, rientrando a buona ragione tra i calibri più indicati per le grandi cacce. Rimane pur sempre un’ottima scelta per lo sportivo che non cerca niente di eccezionale o per il cacciatore professionista che desidera rifornirsi in ogni luogo di cartucce fresche senza problemi. Non dimentichiamo che cacciatori famosi come Finn Aagaard e Barry Duckworth con il 458 Winchester Magnum hanno abbattuto oltre mille elefanti!

Il 458 WM nacque per essere impiegato in carabine “Bolt Action”, mentre attualmente lo troviamo anche in armi monocolpo a blocco cadente (Ruger N° 1) e in pregiatissimi Express, sia sovrapposti che giustapposti. Questo a mio parere testimonia la bontà delle sue caratteristiche e l’attualità di cui ancora gode questa bella e potente cartuccia. Eccellenti munizioni originali vengono prodotte dall’A-Square, dalla Federal, dalla PMP, dalla W. Romey, dalla Winchester, dalla Remington e persino dall’europea Norma. Inoltre esistono delle meravigliose palle per la sua ricarica come le Barnes, le Woodleigh, le Trophy Bonded, le Hornady FMJ, le Speer AGS Tungsten Solid e le Swift A–Frame; tutte di facilissima reperibilità. Tra i calibri per la caccia ai pachidermi, il 458 Winchester Magnum è il più economico, anche se le munizioni, come abbiamo già accennato, sono tutte molto accurate. Per i soliti incontentabili e per chi ama prepararsi le munizioni da solo può tranquillamente ricaricare il 458 WM, ma vista la scarsa capienza del suo bossolo, occorrono delle polveri molti vivaci e degli inneschi molto forti, come i Federal 215 o i CCI 250 Magnum. Tutte le combinazioni provate risultano invariabilmente fortemente compresse e necessitano di un energico “crimpaggio”. Le lunghezze complessive delle munizioni finite (OAL) variano da 74,9 mm per le palle da 350 grani ad un massimo di 84 millimetri per le palle da 500 grani.



Marco Benecchi

 
 

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9 commenti finora...

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

tristezza por favore va via la laalla relo lalla lle ro

da Prrrrrrrrr  10/04/2021 23.01

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

si pesa un poghettino per me e' meglio pesante che lamieretta leggera armeno nce' sta' la sostanza

da Pio  04/04/2021 17.41

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

Bella cumba' ,stu focile me la fatto prova' namico de belluno mecce so trovato subito bene pero' nunnera sto calibro che dicete voi cio ciappato un capreolo

da Pio  04/04/2021 17.39

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

BUONA PASQUA A TUTTI VOI E ALLE VOSTRE MERAVIGLIOSE FAMIGLI...
Cani compresi

Marco

da MARCO BENECCHI X TUTTI GLI AMICI DEL BLOG  04/04/2021 7.16

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

Caro Billy,
Purtroppo l'ACCIAIO quello con la A maiuscola ha un peso specifico superiore di quello dell'alluminio,
Anche se ormai tutti lo chiamano "Leghe Leggere!"
Stessa cosa con i buoni calci in legno di noce stagionato balcanico..
Praticamente eterno....

Ma... se lo scotto da pagare è qualche etto in più di peso da portare, ben venga..
"Siamo Uomini o Caporali!"
Come diceva Totò.....
Magari cercheremo da risparmiare sul peso delle ottiche e degli accessori..
La 458 WM oggetto dell'articolo è MIA..
Pesa un po', ma finchè ce la farò ad imbracciare un buon fucile....................
Avere tra le mani un'arma che m'ispira MOLTA fiducia per me è sempre una garanzia!
M

da Marco B x Billy  02/04/2021 18.15

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

L’unico problema delle Zastava (ma anche di altre) è il loro peso davvero notevole.

da Billy  02/04/2021 16.29

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

Grazie per i complimenti, a me l'arma piace tantissimo.
Per il resto dei commenti degli altri cacciatori, non è che me ne importi nulla.
I cacciatori, purtroppo, mediamente sono quello che sono, un piccolo esempio l'ho abbiamo anche su questo blog. Nessuno apprezza e considera che la caccia è cultura che andrebbe diffusa e condivisa, come fai tu.
E questi invece di apprezzare fanno come i bimbi, fanno i dispettucci.
Che ci vuoi fare, il mondo è bello così come è, un poco avariato.
DI nuovo buona Pasqua, e mi raccomando.... resisti!!!!
Un saluto
Andrea

da Andrea  01/04/2021 18.53

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

COMPLIMENTI x l'ARMA!!!!!
NON CI SPENDERE UN CENTESIMO e goditela così com'è....
Stai TRANQUILLISSIMO che non ha NIENTE da invidiare a nessuna arma anche se dovesse costare 5 volte tanto.....
Fidati!
La tua Zastava non la romperai né te né tuo figlio né tuo nipote
E continuerà a sparare SEMPRE bene ...
Purtroppo ha davvero un grossissimo difetto....
Quello di chiamarsi ZASTAVA e nel mondo delle armi il nome è tutto....
Non oso immaginarti al BAR, al poligono, in Armeria quando ti trovi a parlare con i tuoi colleghi cacciatori e gli dici... Io caccio con una ZASTAVA...
Minimo ti picchiano!

Un caro saluto
Marco

da Marco B x Andrea  01/04/2021 18.13

Re: La Carabina Zavodi Crvena Zastava 70 Magnum Cal. 458 WM

Ciao Marco, io ho una carabina Zastava quasi identica a quella in foto ma in calibro 30.06.
Ha senso effettuare ad una carabina del genere, lavori tipo bedding, lappatura canna, ecc., o è una spesa inutile?
La mia spara, come si dice out of box, più o meno nel moa a 100 e 200 metri a 300 metri sono io che inizio a non prenderci più, in particolare con le hornady sst 165, il più o meno ovviamente è dato dalle mie condizioni più che dalle condizioni della carabina.
Grazie
Auguri di buona Pasqua.
Andrea

da Andrea  01/04/2021 18.00
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