Un atto di adorazione


martedì 13 ottobre 2009
    
Kahlil Gibran Allora un vecchio oste disse: Parlaci del Mangiare e del Bere.
Ed egli disse:
 
Vorrei che poteste vivere con gli umori della terra e crescere come un rampicante con la luce.
Ma siccome per nutrirvi dovete uccidere e per placare la vostra sete dovete staccare il neonato dal seno materno, rendete questo atto un atto di adorazione,
Così che la vostra mensa diventi un altare sacrificale sul quale vengono immolati, in onore di ciò che di puro ed innocente v’è nell’uomo, i puri ed innocenti abitatori della foresta e dei campi.
Quando state per uccidere un animale, ditegli nel vostro intimo:
“La stessa forza che ammazza te, egualmente ammazza me; ed anch’io sarò distrutto.
Infatti la legge che t’ha posto nelle mie mani, mi porrà a mia volta in mani più potenti.
Il tuo ed il mio sangue non sono altro che la linfa che nutre l’albero del cielo”.
 
 
Tratto dal libro “Il Profeta” di Kahlil Gibran 
 
In questi poetici versi di Gibran è racchiusa la saggezza delle tradizioni e la sapienza millenaria delle religioni. Le opere del poeta libanese hanno affascinato intere generazioni illuminando la strada per una visione della vita libera dai dogmatismi e dai fondamentalismi di ogni tipo.

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