La FAO al fianco dei cacciatori per la caccia sostenibile nei Parchi


martedì 2 dicembre 2014
    

Anche la caccia dice la sua sulla gestione delle aree protette nel Mondo. Nell’ambito del Congresso Mondiale dei Parchi dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), svolto a Sydney, in Australia, il Consiglio Internazionale della Caccia (CIC) ha tenuto insieme alla FAO un  incontro sul tema “Aree Protette e Caccia e pesca sostenibile”.

C'è un motivo se a dirlo, insieme all'unione delle associazioni venatorie più importanti a livello mondiale, è la FAO, ovvero l'Organizzazione dell'Onu che ha l'obbiettivo di combattere la fame nel mondo.  Il diritto di prelevare in modo sostenibile pesce e fauna selvatica all’interno delle aree protette e intorno ad esse è una battaglia che la FAO combatte a fianco delle organizzazioni dei cacciatori per assicurare la sussistenza di diverse popolazioni.
Nel passato le popolazioni locali sono state spesso escluse dalla fruizione delle aree protette e questo ha reso difficile o impossibile per loro accettarle perché si sono viste costrette a lasciare le loro terre e private della possibilità di raccogliere adeguate risorse naturali rinnovabili. Ora le cose stanno cambiando.

Durante l'incontro è stato portato il caso dell'Estonia, dove sono ammesse entrambe le attività in alcune categorie di aree protette e in condizioni specifiche. Il ruolo positivo della caccia per la gestione stessa delle aree protette è importante soprattutto in Africa. Colgar Sikopo dalla Namibia ha evidenziato che se la caccia e la pesca sono ben gestite in alcune o tutte le categorie delle aree protette IUCN, possono essere ammesse come un diritto fondamentale per le persone che vivono all’interno e intorno a queste aree protette. Scott Dowd ha poi illustrato l’esempio brasiliano per documentare come la caccia e la pesca entro e intorno alle aree protette aiuti a fornire reddito per la popolazione locale e ad acquisire le finanze per la gestione delle stesse.

A seguire è stato presentato da Merlijn Van Weerd e Marites Gatan-Balbas l’esempio delle Filippine su come i benefici percepiti dai gestori delle aree protette e da coloro che le regolano corrispondano a quelli delle comunità locali. Infine, il finlandese dottor Madeleine Nyman ha mostrato ciò che, secondo le sue esperienze, sono state le principali differenze tra gli impatti sulla biodiversità, positivi e negativi, della caccia e della pesca sostenibile nelle aree protette rispetto ad altre attività ricreative in questi settori.

 
(CIC)


4 commenti finora...

Re:La FAO al fianco dei cacciatori per la caccia sostenibile nei Parchi

Caro I.R. si parla tanto contro le aavv ma chi cerca di ovviare a queste cercando di denunciare tutto il maltolto che subiamo non viene ascoltato. E da qualche anno che il sindacato venatorio italiano SVI sta chiedendo forza con il tesseramento ma non viene sostenuto come si deve, non si è fatto altro che far nascere un'altro sindacato senza pensare minimamente di allearsi e farne uno solo così come fare una sola associazione venatoria. E allora cosa vogliamo se parliamo di altri paesi che si fanno rispettare perchè come sto dicendo di associazione o sindacato ne hanno uno solo sostenuto da tutti i cacciatori come i francesi. Lo vogliamo noi e questo ci meritiamo. Un cordiale saluto Ilio, è sempre un piacere leggerti. Ciao

da jamesin 03/12/2014 23.30

Re:La FAO al fianco dei cacciatori per la caccia sostenibile nei Parchi

Ma non si muove foglia. Cordialità jamesin --CHE LA fidc ANZI OGGI IL TRIDENTE NON VOGLIA. NON E' MICA UNA NOVITA' E' DA 1990 CHE QUESTO LO SI SA. PER ORA ACCONTENTIAMOCI DELL'ASSICURAZIONE UNICA, ASPETTANDO LA PROSSIMA ECLATANTE MOSSA. Salutiamo

da I.R. 03/12/2014 7.26

Re:La FAO al fianco dei cacciatori per la caccia sostenibile nei Parchi

Non si tratta solo della possibilità di non poter usufruire della proprie terre a fini economici ( vedi raccogliere le risorse naturali rinnovabili o gli impatti sulla biodiversità che la caccia e la pesca offrono al territorio, etc. ) ma, a mio avviso, c'è anche l'aspetto culturale e di legame in quanto il territorio e con esso l'uomo rappresentano le radici, le origini o ancora meglio i ricordi di tante avventure vissute con i propri cari ( nonni, genitori, fratelli ) che magari non ci sono più: togliere appunto ai cacciatori queste aree significa far perdere la memoria, non solo, ma i giovani non vivranno mai quelle belle avventure che i propri avi hanno vissuto, vivendo diversamente la propria adolescenza, a volte percorrendo strade pericolose.

da luigi 02/12/2014 20.07

Re:La FAO al fianco dei cacciatori per la caccia sostenibile nei Parchi

In Italia non ci riuscirete mai !! Non ostante la caccia e la pesca producono reddito per quelli interni, il bello è che producono reddito anche per quelli che le mani sui parchi non ve le faranno mettere, ci vuole solo un referendum popolare sulla modifica della legge 394 che noi cacciatori potremmo ottenere facilmente con le nostre firme. E questo ci si saaaa..!? Ma non si muove foglia. Cordialit�

da jamesin 02/12/2014 12.18